Descrizione
IL LIBRO
La poesia racchiusa in queste pagine è la tensione di un tenero bocciolo al profumo di calicanto, nelle gelide notti dello spirito umano. Il suo senso topico è una dimensione che si muove senza che tranci il suolo quotidiano. Il lirico giardino scritto dall’autore in venticinque anni (1985-2010) è qui pubblicato solamente in parte, per informare il lettore della sua presenza e dare vita a delle azioni attoriali, o spettacoli in versi. È una sfida esistenziale a mani nude; gli antagonisti sono il mondo col suo sapere e i suoi regni falsi e appaganti (ma che vuole questa storia?). È un páthos itinerante che spinge e arresta i percorsi delle energie, metabole (o varie morti) della materia vivente (nel terrore delle morti la vita svenne). È una scioccante apertura alare che nel suo orizzonte spazio-temporale si trasmuta in spiritualità, possibilità di restare al proprio posto, fortemente centrata nel divenire della sua natura.
Il dolore e la morte, la vita e la forza d’amare fioccano come neve in cima ai monti, per conoscere, monitorare ciò che sta dietro la parola, e tentare di passare oltre. (Più non respirano le vene / né al male, né al bene).
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